Botulino, un “ritocco” che piace e anche cura

Non appiana solo rughe e non è usato solo per il “ritocchino”. Il botulino si conferma tra i trattamenti più richiesti. Dati alla mano, negli ultimi vent’anni nel mondo sono state vendute 80 mila fiale di botulino e da un sondaggio fatto tra i 400 soci, medici di tutta Italia di AITEB – Associazione Italiana Terapia Estetica Botulino- emerge anche chi lo sceglie, una sorta di identikit: donna, fra i 40 e i 50 anni, sposata, libera professionista o impiegata, del Nord o Centro Italia, diplomata e «attenta», tanto da chiedere sempre più informazioni sul trattamento al quale deve sottoporsi.

Quattro pazienti su cinque fanno il trattamento due volte l’anno, spinte dal desiderio di «piacersi di più». Le regioni con più trattamenti sono, nell’ordine, Lombardia, Lazio e Piemonte. Seguite da un gruppo, con percentuali molto simili, che vede insieme Campania, Veneto, Toscana, Liguria ed Emilia Romagna. E se in testa c’è la libera professionista, seguita dall’impiegata, al terzo posto si posizionano insegnanti e casalinghe. A seguire arrivano commesse ed estetiste: solo al settimo posto si collocano le persone che lavorano nel mondo dello spettacolo.

“Il sondaggio – spiega Pierfrancesco Cirillo, Chirurgo Plastico AITEB – conferma il trattamento con il botulino tra i più richiesti. Per quanto riguarda la nostra casistica, nonostante i personaggi dello spettacolo siano da tempo guardati come esempi, sia in positivo che in negativo, rappresentano una percentuale minoritaria nell’ambito dei pazienti normalmente trattati dai nostri medici e nei nostri studi. Sono parecchi anni ormai che la medicina estetica non rappresenta più una medicina d’élite”.

Il botulino ha una storia lunga trent’anni. Alla fine degli anni ’80 il farmaco iniettabile viene usato per la prima volta nell’uomo, nel 1992 esce la prima pubblicazione sull’utilizzo estetico, nel 2002 l’approvazione degli Stati Uniti e nel 2004 in Italia. Il suo terreno d’azione per anni resta esclusivamente l’estetica: appiana rughe, restituisce e dona al volto qualcosa che nel tempo si perde. Superate le prime resistenze, più legate al nome “tossina botulinica”, prende piede, perché è sicuro e totalmente reversibile, l’effetto dura quattro mesi dopodiché tutto torna come prima ed è ripetibile.

“Le richieste sono in aumento e lo dimostra una proiezione per il 2018 di un + 16%, un trend al rialzo che continua inarrestabile dal 2012 – spiega Massimo Signorini, presidente di AITEB, – da quando il farmaco esiste, ha avuto un’ascesa rapida. Praticamente 30 anni di storia fino ad oggi con la sua collocazione anche in ambito terapeutico”. Il botulino, infatti, è entrato in campo neurologico, urologico, oculistico, psichiatrico e chiaramente dermatologico. Solo qualche esempio: cura la rosacea, neutralizza l’acne che tanto può imbarazzare gli adolescenti e controlla l’iperidrosi, la sudorazione eccessiva di mani, piedi, ascelle, tronco, con tante piccole iniezioni sottocute. Ma si va oltre. Nell’ultimo Congresso Nazionale di AITEB sono emersi i numeri e le nuove frontiere del farmaco. Nuovi studi e nuove applicazioni portano il botulino su una strada esclusivamente femminile: quella della menopausa e dei sui disturbi: spegne il rossore tipico della vampata menopausale e riduce la sudorazione anche del 90%.

“Si tratta di un’alternativa ai farmaci – spiega Maurizio Benci, dermatologo AITEB – piccole dosi di botulino vengono iniettate sottocute sul volto: fronte, guance e mento. Il farmaco agisce sui mediatori che regolano la vasodilatazione e la vasocostrizione, inibendo i neuromodulatori che causano l’infiammazione”. E non è finita qui, nuove indicazioni sono in arrivo anche in ambito strettamente maschile.

Fonti: Salute&Benessere – Il Gazzettino