Boom di richieste di interventi estetici. Il chirurgo: “In cima alla lista contorno occhi e fronte, le parti non coperte dalla mascherina”.

Il giorno dopo la fine del lockdown il telefono di Pierfrancesco Cirillo ha cominciato a squillare ininterrottamente: i clienti che non avevano potuto seguire i trattamenti o gli interventi estetici durante la fase più critica della pandemia Covid 19 si sono precipitati a prendere appuntamento il prima possibile. “La ripartenza è stata quasi isterica, come da crisi di astinenza, a dimostrazione che la medicina e la chirurgia estetica sono ormai consuetudini radicate a cui le persone non rinunciano” afferma Cirillo, presidente di Aicpe Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica e membro del consiglio direttivo di Aiteb.

Dopo tre mesi in cui le attività si sono fermate, sia per le misure di contenimento del contagio imposte, sia per lasciare posti liberi nelle terapie intensive negli ospedali, nella clinica in cui lavora dal 3 giugno hanno dovuto affrontare un superlavoro per venire incontro a tutte le richieste. Tra gli interventi più gettonati le iniezioni di botox per ridurre le rughe su fronte e contorno occhi. “Complice forse la mascherina l’attenzione si concentra sulla parte superiore del visto” afferma il chirurgo plastico. Il mercato della medicina estetica ha ripreso quello che aveva perduto nei mesi di stop. “C’è stata una ripresa come nulla fosse accaduto”.

In ogni senso: “Molti clienti si sono presentati in clinica senza mascherina e abbiamo dovuto farli tornare: abbiamo protocolli molto rigidi, facciamo un tirage all’ingresso dobbiamo lavorare in totale sicurezza”. Anche gli interventi chirurgici sospesi e riprogrammabili sono stati riprogrammati: alcuni prima delle vacanza estive, altri per settembre ottobre. “La ripresa è stata forte anche in regioni dove i casi di Coronavirus sono stati maggiori, come Lombardia ed Emilia Romagna. Sono pochi i pazienti che a causa della pandemia hanno rinunciato a un intervento estetico: io per esempio non ne ho neanche uno”.